La donna nell’antichità, celebrazione di auguri per un bene inalterato dell’umanità

Con gli strumenti informatici moderni, se si prova  ad effettuare  una ricerca della parola “donna” su di un social potremmo notare,  al di là ovviamente della connotazione etimologica (il termine deriva dal latino ossia da Domina e quindi signora), quanto tutto sia concentrato sulle parole chiave apparenza, sessualità , aspetto fisico. Questa realtà virtuale del terzo millennio avanzato che appare dal web  non è sicuramente completa rispetto alla storia.

Un’osservazione di base è che, di certo  le donne hanno un cervello e anche grandi doti manageriali. A volte è questione di scelte. È più facile per la donna essere considerata mettendo in mostra il corpo piuttosto che il cervello? O è il frutto di una realtà storica che vede sempre l’uomo come protagonista nella stanza dei bottoni?

Per capire meglio facciamo un salto nell’antichità, sul ruolo della donna  nell’antica Grecia.  All’epoca  la donna non era un soggetto politico,ma tutt’altro; per cui era vista come la fonte da cui attingere piacere mentre l’ uomo era visto come il guerriero che sopportava le violenze, le sofferenze per assaporare poi piccole vittorie. I grandi filosofi come Platone e Aristotele avevano un’ idea ben precisa della donna; il primo la considerava come un inganno astuto mentre il secondo amava parlare del gentil sesso con questa serafica espressione : < il silenzio reca grazia alle donne> , così sottolineando che sarebbero state più apprezzate se non avessero emesso alcun suono. E addirittura lo stesso Pericle emise un’ ordinanza in cui prevedeva che delle donne non si sarebbe parlato né in bene, né in male. E se non bastasse questo ad evidenziare la concezione di subalternità della donna rispetto all’uomo protrattasi nei secoli, si pensi ai ruoli marginali all’interno della società in cui di volta in volta è stata relegata; la vediamo come madre dei figli dell’uomo sposato ( a Roma, ricordiamo il Paterfamilias), come casalinga dedita solo alle attività domestiche e mai in ruoli significativi come ,per esempio, creatrice e costruttrice di una città. Anzi, a questo proposito, la leggenda narra di donne che hanno rappresentato la rovina delle città e dei rapporti tra città! Questo, in particolare, è il punto da cui parte lo storiografo Josine Blok che,in disaccordo con tale concezione parla di superamento di confini, l’abbattimento di quel muro creato da un sistema errato. Nel corso del tempo, il desiderio di riscatto, di uguaglianza e libertà hanno determinato la lotta per l’affermazione dei diritti della classe femminile, lotta che inizialmente ha visto partecipi un esiguo numero di donne, con episodi di protesta circoscritti, tra l’altro, a poche Nazioni; ma donne protagoniste della realtà storico-politica si sono avute fin dall’antichità. Si tratta di casi eccezionali, si pensi all’ Egitto in cui al trono c’era una donna o altre civiltà come i Sumeri e i Babilonesi in cui le donne stesse avevano forte indipendenza giuridica. Un’opportunità per le donne era rappresentata poi dalla scelta di appartenere a particolari caste :si pensi alle sacerdotesse e le etere che godevano di grande considerazione in età classica. Dal medioevo al XX secolo assistiamo ad un cambiamento che col processo di industrializzazione e con le guerre mondiali si è consolidato fino a divenire un dato di fatto. In particolare, in Italia, le donne cominciamo a godere del diritto di voto a partire dal 1946, con un discreto ritardo rispetto alle Inglesi e alle Statunitensi; da qui , una scalata di successo che ha visto ,oggi, le donne protagoniste anche nella sfera politica.

I nostri auguri a tutte le donne!

 

Il fascino dell’argento Sheffield, la storia della lavorazione di antichi oggetti d’arte

Nei nostri show room un punto d’eccellenza è quello relativo a molti oggetti di argenteria autentica e variazioni come lo sheffield. Abbiamo voluto dunqueapprofondire un argomento che ci affascina e che ci porta negli annali della storia che celebriamo ogni giorno con i nostri allestimenti.
Nell’Inghilterra del ‘700 vi era una grande richiesta da parte della piccola e media borghesia di vasellame da tavola con costi inferiori all’ argento sterling (925/1000 di argento puro) che rappresentava la massima aspirazione di tutti i ceti sociali, nacque cosi ad opera dell’argentiere Thomas Boulsover (1704-1788) l’ ARGENTO SHEFFIELD, nome dovuto alla città di residenza di Boulsover. Nei siti in lingua inglese troverete spesso la dicitura Sheffield plating, o Sheffield silver plate.
La lavorazione dell’argento Sheffield consisteva nel sovrapporre una lastra di rame come base e un altra d’argento indi venivano saldate contemporaneamente ad alta temperatura. La lastra ottenuta poteva essere lavorata come fosse una lastra d’argento, con i medesimi sistemi, a sbalzo, stampaggio e incisione.

Vi era pero un problema di adattabilità a contenere cibi e bevande per via delle parti scoperte in rame, fu un altro imprenditore tale Matthew Boulton (1728-1809) il quale risolse il problema inserendo due lastre di argento con in mezzo la lastra di rame, aggiungendo inoltre, nei punti di maggior attrito, un‘ulteriore lamina di argento. I prodotti risultavano di grande qualità, stile e accuratezza pari a quelli di argento e difficilmente distinguibili da essi.
 Per tali e tanti motivi lo sheffield ebbe una grande diffusione presso tutte le classi sociali dai piccoli borghesi ai ricchi signori e i stessi nobili non lo disdegnavano.
Ma fu l’avvento del bagno elettrolitico a determinare il declino del vecchio sheffield con prodotti che risultavano uguali ma a costi decisamente inferiori in quanto alle lamine in argento fino ad allora usate si sostituì il più economico bagno d’argento. Tutto questo avveniva intorno al 1840 e determinò una vera rivoluzione industriale: il silver plated vero e proprio, allora chiamato electroplating. Oggi l’antico Sheffield è molto ricercato dai collezionisti in quanto è sempre più raro e difficile da reperire sul mercato inglese, dove si trovano ancora molti pezzi in Sheffield lavorati a bagno elettrolitico fatti da grandi nomi dell’argenteria inglese del 1800 e che vanno considerati anch’essi pezzi da collezione.
Per approfondire e vedere dal vivo, veniteci a trovare!

L’arte del restauro; una autentica passione per Serafini Antichità

tavolo portone 3Il mobile antico è una passione. Nello scorrere degli anni riesce a conservare inalterato il fascino della storia che lo caratterizza. Un mobile passa attraverso epoche, generazioni, famiglie. Diventa parte integrante della nostra vita. Uno degli aspetti più caratterizzanti in questo settore è proprio l’arte del restauro. Una vera passione per Serafini Antichità che in adiacenza al proprio amplissimo show room di oltre cinquemila metri quadrati dispone di un laboratorio attrezzato e qualificato con restauratori che credono nel loro lavoro e riescono a riportate agli antichi splendori mobili e collezioni di antiquariato, che sembrano voler/poter essere inutilizzabili. Cosicchè Serafini Antichità restituisce il fascino alla storia, al mobile che prosegue inalterato il suo percorso d’arte e di creatività.
La dote principale di un restauratore è l’ amore per il proprio lavoro, condizione ideale perché un restauro riesca, nei limiti delle proprie possibilità e conoscenze.La prima fase del restauro consiste nell’individuazione tecnica-artistica di un mobile, ovvero la sua collocazione nel tempo, i metodi usati per costruirlo, lo stile che lo caratterizza. Acquisiti questi dati sarà fondamentale decidere il tipo di restauro da eseguire, questo può essere : conservativo o integrativo. Un restauro conservativo interverrà sul mobile solo con opere di consolidamento delle parti esistenti, salvaguardando, nei limiti del possibile, i “danni” acquisiti con il tempo. In un restauro conservativo non è necessario ripristinare, al punto di riportare il mobile alle condizioni in cui era quando fu costruito. Una gamba mancante va sicuramente rifatta, ma una tavola imbarcata, una cornice eccessivamente tarlata non devono essere reintegrate, ma consolidate per far si che la loro genuinità si prodighi nel tempo. Il restauro integrativo, invece riguarda più da vicino i mobili che non hanno più un’anima, se non si interviene in maniera drastica. Ricostruendo una cornice mancante su di un’armadio, si ridonerà allo stesso il fascino che aveva perso lungo il suo percorso nel tempo. Fondamentale è scrivere un programma di interventi, in cui verranno elencati in maniera cronologica. Si inizia sempre con gli interventi di falegnameria, poi di pulitura e quindi di lucidatura.  Elencate tutti gli interventi che dovete eseguire, sia quelli che integrano una parte mancante, sia quelli che si limitano al reincollaggio di una parte che si è semplicemente distaccata. La pulitura del mobile è l’operazione che richiede più attenzione, un’errore è più o meno irreversibile. Cosa sacra è la salvaguardia dell’integrità della patina, quella colorazione che il mobile ha acquisito con il tempo, è irriproducibile, quindi attenzione all’uso di sostanze troppo aggressive (soda caustica, acidi di vario genere), o di abrasivi, oserei quasi vietati. Analizzate sempre il tipo di vernice che ricopre l’oggetto, non sempre è necessario sverniciare e comunque usate sempre un prodotto adeguato, solo in certi casi quando ormai la patina è compromessa, l’uso di sostanze o mezzi drastici è consentito. La lucidatura è quell’operazione finale che dona al mobile tutto il sapore del suo tempo trascorso. I metodi principali di lucidatura sono due quello a cera e quello a gommalacca, il primo destinato a mobili di origine popolare, il secondo a mobili di ebanisteria medio alta.

Per qualsiasi altra informazione potete rivolgervi direttamente a noi…

Creatività nell’arte del legno, dal Laboratorio Serafini Antichità arriva la botte scrigno

Ufficio Stampa – Oltre alle collezioni nell’amplissimo show room, Serafini Antichità come è noto dispone di una struttura laboratorio all’avanguardia per interventi di restauro, trattamenti antitarlo ma soprattutto per dare spazio alla creatività. La “botte scrigno” è una creazione di laboratorio, in cui da una botte antica lavorata alla regola dell’arte è stato ricavato uno scrigno spettacolare. Unico nel suo genere come utile elemento d’arredo per affascinare tutti. All’interno ci si può sbizzarrire, lo scrigno può contenere infatti collezioni di vini, aceti, bottiglie di liquori, ma può anche essere predisposta per altri utilizzi in base alle esigenze della clientela. Val bene dunque l’occasione di una visita, vi aspettiamo!

Serafini Antichità per il nuovo anno regala grandi offerte: big sale fino al 31 gennaio

Serafini Antichità saluta il nuovo anno con grandi ed irripetibili offerte. Per il nuovo anno 2019 infatti è stata attivata una promozione unica nel suo genere: Big Sale, ossia fino al 31 gennaio 2019 sarà possibile acquistare di tutto: dalle collezioni di mobili d’antichità, oggettistica, design, pezzi unici che faranno la differenza negli arredi di interni, esterni e per ogni esigenza. Il primo acquisto è scontato del 50% reale, il secondo acquisto e successivi del 40%. Esclusi i prodotti in conto vendita. Vi aspettiamo presso il nostro show room!